Con il Cambiamento
Alla nervosità del giorno d’oggi deve venire contrapposta la sicurezza che deriva dal ritmo con cui si svolge la vita sociale di ogni individuo affinché la tecnologia non venga trascurata ma coltivata mediante insegnamenti mirati che siano veicolo e strumento per la crescita civile ed economica della società, le cui idee e le iniziative influenzano la cultura sociale attuando sinergie attraverso:

1- Il linguaggio, il suo apprendimento e la sua comprensione;
2- Il linguaggio e il rapporto/interscambio con mente e conoscenza;
3- La circolarità che percepisce una società, la sua cultura e il modo di vivere e di essere dei cittadino;
4- La comunicazione e le relazioni che determinano il nostro “live.

Con le TIC
Il mondo è caratterizzato da rapidi mutamenti, una crescente globalizzazione e una maggiore complessità in termini di relazioni economiche socio-culturali. La velocità di tali mutamenti si rispecchia nel contesto in cui vanno inserite le riflessioni sui futuri obiettivi sociali ed economici i quali si basano su canali informativi, organizzativi e comunicazionali determinando una manualità sempre maggiore di ogni attore sociale. Il legame che corre tra l’uso delle tecnologie, i media e il web, nel live odierno è molto forte e questa azione sinergica rende l’approccio multimediale composto da immagini, testi, suoni, video in un nuovo modo di fare comunicazione determinato da:

1-Teorie e metodi che facciano confluire la formazione di ieri con il “training” odierno;
2-Tenere ben presente la progettazione di ambienti digitali di apprendimento per una società in continua tras_form_azione.

Le trasformazioni della storia impongono un rimodellamento delle strategie didattiche in un nuovo contesto di insegnamento/apprendimento dove il fattore T.A.S.C.A. impone una nuova visione di tutte le metodologie che riguardano il passaggio ad una nuova sapienza che deve muoversi dinamicamente e dialetticamente con l’essere agente e quindi con la pratica.
Personalmente, ho cercato di rimodellare una metodologia didattica, facendo cadere il modello tradizionale di fare lezione. Tutti i partecipanti della lezione e del seminario dovevano essere completamente e attivamente partecipi alle attività causando, di conseguenza, la rottura del tradizionale rapporto docente/discente trasformandosi mediatore e facilitatore per i discenti attuando una metodologia formativa ed educativa insieme ai suoi alunni a 360°, imparando l’uno dall’altro. Durante l’attività seminariale di Storia della Pedagogia e dell’Educazione ho elaborato un nuovo metodo che ci può essere d’aiuto quando affrontiamo un problema, un tema o un argomento di carattere pedagogico-educativo, ovvero una formula così impostata:

T.A.S.C.A.= infinite S x (24 / 24) / 360° = in & out

Questa formula ci permette di addentrarci nella T.A.S.C.A., ovvero nel mondo e nella realtà che ci circondano, e di applicare ad essa una serie di azioni (scrutare, scavare, scandagliare, setacciare, separare, sminuzzare, sgranellare, sbriciolare, soppesare, sviscerare, soffermarsi, ecc.), che se eseguite 24 ore su 24 e applicate ad un livello completo che raggruppa la totalità di quello che stiamo affrontando (360°), ci permettono di avvicinarci al tema preso in esame non solo da un punto di vista tradizionale (in= all’interno della classe universitaria), ma anche da un punto di vista innovativo e più completo (out= fuori dalla classe, andando a toccare con mano le situazioni).
Oggi, è fondamentale utilizzare le nuove metodologie, che ci propone la realtà, per affrontare le problematiche in maniera più approfondita, attivando la formula in modo completo e veritiero ed è importante, inoltre, l’esperienza concreta che ci immerge nella T.A.S.C.A. e nei suoi elementi ambientali e sociali in cui il processo di apprendimento si inserisce.
Un apprendimento che, portando le persone alla conoscenza di ciò che le circonda, le rende coscienti della realtà in cui vivono portandole a combattere contro ciò che le ingabbia. La pedagogia ha il compito di diffondere i diritti dell’uomo, il valore dell’uguaglianza, di formare nuove mentalità e coscienze e di formare un soggetto attivo e critico in grado di adattarsi continuamente ai mutamenti della società dell’informazione e della conoscenza attuale. L’introduzione di internet porta, nella sfera didattica ad un ripensamento della formazione e dell’integrazione degli obiettivi educativi in base alle nuove abilità. Il pedagogista, come l’educatore, deve aiutare il discente ad aiutare se stesso, nel farlo agente del suo stesso recupero, ed ho ripreso questa citazione per ricordare che l’educatore deve essere flessibile e deve orientare i suoi obiettivi in base alla realtà quotidiana che sta vivendo in un preciso momento, in quanto la tecnologia ha rivoluzionato le modalità di interagire e ha dato vita a nuovi bisogni da soddisfare, richiedendo una nuova figura professionale ed educativa: il pedagogista tecnologo. Questa figura sottolinea la necessità di utilizzare le TIC in un corso di storia della Pedagogia e dell’Educazione, proprio perché l’universo delle reti ha ormai superato il muro del tempo e della storia, dando vita a viaggi di scoperta nei quali la comunicazione storica in rete offre l’opportunità di accedere agevolmente a tutta la memoria del mondo. Il web, con i suoi contenuti, dà occasioni di rapportarsi con gli altri, grazie alla possibilità di usare i blog come una sorta di diario in cui esprimere i propri pensieri e di dialogare con se stessi e con gli altri trasformando il modo di trasmettere e apprendere nuove informazione e competenze. Il pedagogista tecnologo deve far sì che la scuola, e non solo, prenda coscienza del tempo, sempre più multiculturale, verso il quale la società dell’informazione è proiettata, e che l’educazione deve essere apertura, deve condurre il soggetto verso l’aperto, verso l’autonomia e verso un tempo che sta oltre il presente. L’educare in modo attivo, eliminando l’apprendimento passivo di un tempo, grazie anche all’ausilio delle tecnologie, che lascia spaziare ancora di più le sorprendenti vedute guidate da una via autenticamente nuova, permette al discente di acquisire criticamente le numerose informazioni che il docente e il web mettono a disposizione. Abbiamo una grande capacità e possibilità di comunicare tutto, perciò dobbiamo fare attuare nuove strategie educative, per un’educazione non solo del singolo ma anche sociale, attraverso un coinvolgimento a 360° usufruendo delle lezioni in e out.
Durante l’attività seminariale la classe/gruppo ha usato la tecnologia come strumento didattico utilizzando il forum on-line, attivando nel sopracitato corso, come mezzo di scambio di riflessioni, idee e di studio collettivo.
Il forum è uno strumento di comunicazione asincrono, a differenza della chat che è uno strumento sincrono, in quanto i messaggi vengono scritti e letti anche in momenti diversi, che permette di rimanere sempre aggiornati su quanto accaduto a lezione, nel caso in cui non si fosse stati presenti e di costruire e decostruire il proprio pensiero leggendo e valutando le idee altrui.
In questo modo l’apprendimento diventa dinamico perché, grazie all’ausilio delle TIC, permette una relazione costruttiva tra docente e discente, fondata sullo scambio reciproco di idee e conoscenza.
Il ribaltamento dello schema verticale consueto docente/discente fa sì che l’esperienza educativa sia reciproca e circolare, in quanto nessuno educa nessuno e ciascuno si educa a partire dall’altro, perlustrando itinerari critici e problematizzanti che sfuggano alle tentazioni estreme dell’educazione autoritaria o dell’autoeducazione priva di riferimenti e orientamenti di fondo. La comunicazione di contenuti teorici e testimonianze individuali diviene, quindi, prolusione a un’esperienza dialogica ed elaborativa in cui ciascuno, con pari dignità ed opportunità, contribuisce con materiali, idee ed esperienze personali.
In ultima analisi, come proponeva il filosofo Maritain in anni pre-informatici, l’uomo moderno facilmente si accontenta di manipolare le cose senza preoccuparsi di comprenderle perché il rapporto con esse non è accompagnato da un costante desiderio di conoscenza. Oggi, la tecnologia è considerata come una inarrestabile e illimitata offerta di risposte che portano allo smarrimento dell’uomo, vittima di una progressiva frantumazione dell’io che è alla base del principale paradosso delle società a tecnologia avanzata: mentre crescono gli strumenti di dominio sulla natura, che dovrebbero rendere l’uomo sempre più difeso e sicuro, crescono parimenti l’insicurezza e paure.
Tuttavia non ritengo di poter trarre delle conclusioni facendomi così condizionare da vantaggi o svantaggi in un momento di crescita, in quanto tutto conduce ad una grande quantità e qualità di stimoli, di approfondimenti, di momenti di riflessione che implicano una sempre maggior coscienza, formando e deformando continuamente la nostra ottica di interscambio.
In definitiva si dovrà affermare che le potenzialità degli strumenti adottati per questo progetto sono subordinati ad azioni a 360° che attuano strategie e metodologie tali da poter generare riflessioni di valore.
Come sempre gli strumenti non rappresentano in sé un valore assoluto, ma possono, se utilizzati nelle condizioni ottimali, consentire al raggiungimento di alti livelli qualitativi, permettendo una migliore interiorizzazione dei gruppi nelle aree di intervento e di pratica.